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Lettera Aperta al Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma

 

Ill.mo Presidente,

 

in considerazione delle inevitabili restrizioni anche negli uffici giudiziari della Capitale, cagionate dall'aumento dei contagi da COVID19, visto lo stato di emergenza che si riverbera negativamente sulle attività quotidiane degli Avvocati, riteniamo doveroso mettere le nostre risorse a disposizione dell'Istituzione Forense più vicina ai propri iscritti e più sensibile alle loro problematiche.

 

Prendendo spunto dalla volontà di riattivare la “Consulta delle Associazioni” espressa in occasione della manifestazione dell'8/7/2020 organizzata avanti la Corte di Cassazione, siamo pronti a coadiuvare l'opera di controllo e di vigilanza che senza meno tutti i Consiglieri dell'Ordine degli Avvocati di Roma stanno ponendo in essere sull'attuazione concreta delle misure richieste dall'Avvocatura Romana attraverso Codesto Ill.mo Consiglio, per fronteggiare e superare l'emergenza da COVID19 negli Uffici Giudiziari della Capitale.

 

In particolare, ci riferiamo alle chiamate ad orario o a fasce orarie delle udienze penali, da estendere senza dubbio anche alle udienze civili e delle commissioni tributarie, volte ad evitare assembramenti di Avvocati, praticanti, periti, parti processuali nelle aule, nei corridoi o nelle sale di attesa.

 

Ci riferiamo alle udienze ed alle aperture delle cancellerie penali e civili nella fascia oraria pomeridiana fino alle 18,00, da contemperare con le udienze cartolari (o da remoto) e con lo smartworking del personale di cancelleria, volte a distribuire e diluire l'accesso di dipendenti e di Avvocati negli uffici giudiziari in un più ampio lasso di tempo, minimizzando, così, tempi di permanenza ed assembramenti e confidando, altresì, nella possibilità di lavorare proficuamente, anche da remoto, per il personale in lavoro agile.

 

Ci riferiamo alla riapertura di varchi, rimasti ingiustificatamente chiusi anche dopo il lockdown, da adibire a porte di accesso riservato a magistrati, personale ed Avvocati, per evitare assembramenti presenti ai varchi “unici” di entrata ed uscita di numerosi Uffici Giudiziari.

 

Ci riferiamo all'adozione delle misure di contenimento del contagio, previste dai Protocolli condivisi di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro del 14/3/2020 e del 24/4/2020, invocate recentemente dagli stessi lavoratori della Giustizia a Roma, da applicare uniformemente a tutti gli Uffici Giudiziari, allo scopo di tutelare la salute ed il lavoro dei dipendenti, dei magistrati e degli Avvocati, evitando gli “8 kg. di Linee Guida” per ogni Ufficio o Sezione e rendendo davvero sicuri gli Uffici Giudiziari della Capitale.

 

Si tratta di proseguire la leale e proficua collaborazione con i c.d. “Capi degli Uffici Giudiziari” in una condizione di parità e di dialogo volto a rendere concreta la “PERFORMANCE”, ai sensi del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, del Foro di Roma, grazie al contributo, al controllo ed alla vigilanza degli Avvocati, naturali punti di riferimento del comparto Giustizia Capitolino, sotto il coordinamento di Codesto Ill.mo Consiglio.

Per tali motivi, ribadiamo di essere pronti a dare il nostro sostegno e contributo concreto a far sì che lo sforzo di rendere concrete le misure già annunciate, quelle da realizzare e quelle previste dalle norme produca l'effetto di lasciare aperti gli Uffici Giudiziari della Capitale e di non far tornare in quarantena i diritti dei cittadini ed il lavoro degli Avvocati

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