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Quando l’incubo COVID ebbe inizio, mai agli avvocati avrebbero immaginato di essere tra le categorie più colpite. Il sistema giudiziario, che (già) si sapeva essere traballante ed inidoneo, ha manifestato, sotto i colpi della pandemia, tutte le proprie lacune, mostrandosi monco e privo di una qualsiasi visione organica.

 

I Cancellieri ed i Magistrati, protetti dalle mura domestiche, hanno preteso il beneficio dello “smart working” senza tuttavia, come dagli stessi dichiarato, avere la possibilità di collegarsi ai fascicoli relativi ai procedimenti per mancanza di un sistema telematico di accesso.

 

Vale a dire che nella quasi totalità, hanno “lavorato” da casa…. senza poter “lavorare”, confortati dalla  tranquillità che solo uno stipendio fisso può dare.

 

A farne le spese, ancora una volta, gli Avvocati, privati della possibilità di tutelare i propri assistiti e del diritto a maturare compensi.

 

Ma, come detto, la situazione negli Uffici Giudiziari romani si mostrava disastrosa ben prima ed a prescindere dal flagello della pandemia.

 

Il Giudice di Pace è manchevole di un qualsiasi sistema telematico e la stessa Suprema Corte di Cassazione, solo nelle ultime settimane, sta abbozzando pallidi tentativi di modernizzazione.

 

C’è tanto da fare e bisogna fare in fretta!

 

Gli Avvocati di Vis Romana chiedono a gran voce che il Ministro Bonafede e le istituzioni tutte, dotino senza indugio TUTTI gli Uffici Giudiziari di Roma e d’Italia di un sistema telematico idoneo, unico ed omogeneo, munito delle più adeguate misure di tutela della privacy, che consenta un collegamento continuo degli operatori del diritto dal proprio studio o, se necessario, dalle proprie abitazioni, affinché le file inumane e degradanti degli avvocati abbiano finalmente fine e, nel contempo, si prevenga qualsiasi emergenza futura.

 

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