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GIUSTIZIA PREDITTIVA E RUOLO DELL’AVVOCATURA

Uno dei temi che verranno affrontati al prossimo Congresso Forense che si terrà a Lecce è quello della "giustizia predittiva“ è‘ argomento di sicuro impatto sull’immaginario collettivo e, in concreto, sulla vita reale dei vari attori del mo ndo della Giustizia.
Vediamo innanzi tutto una definizione della "giustizia predittiva“. Per "giustizia predittiva" deve intendersi la possibilità di prevedere l’esito di un giudizio tramite alcuni calcoli; non si tratta di predire tramite formule magiche, ma di prevedere la probabile sentenza, relativa ad uno specifico caso, attraverso l’ausilio di algoritmi. Il diritto può essere costruito come una scienza, che trova la sua principale ragione giustificativa nella misura in cui è garanzia di certezza: il d iritto nasce per attribuire certezza alle relazioni umane, tramite una complessa attribuzione di diritti e doveri . (Treccani)
Sull’argomento si è sviluppata vastissima letteratura, confluita poi in convegni, incontri, dibattiti. Bisogna tuttavia ricordare che il tema del connubio tra diritto e informativa è molto risalente nel tempo. Il caposaldo italiano deve essere individuato nello splendido volume di Edoardo Frosini "Cibernetica, diritto e edito addirittura nel 1964, cioè più di sessant a anni fa.
L’idea di affidare la "predizione“ della giustizia, quidi, non è nuova: nuovi sono i risultati derivanti dal formidabile progresso del mondo web. Cosa deve domandarsi l’avvocatura di fronte a questo argomento? Come si deve porre? G. Conso ebbe a dire Macchine elettroniche e nuove prospettive giuridiche“ (Rivista Ialiana di Diritto e Procedura Penale, n. 3, pagg. 660 72). La prima esigenza basilare, asolutamente irrinunciabile, è costituita dalla attendibilità delle informazioni sia in entra ch e in uscita occorre premunirsi contro il rischio di una manipolazione dei dati, o il che è praticamente la stessa cosa di una loro insufficienza.“ La nuova dimensione della intelligenza umana va posta al servizio della libertà (Cfr. Frosini, op. Cit. Pagina 163).
Ed infatti la giustizia sarà "predittiva“, non "divinatoria“ di cosa sia giusto o sbagliato: semplicemente esaminerà dati a velocità per noi impensabili, ed in base ad un calcolo dasato su algoritmi ci dirà quale è la soluzione migliore secondo quello che è già successo, secondo quello che è già stato esaminato, già fatto oggetto di decisione. Sarà pertanto una giustizia con la testa volta all’indietro, senza possibilitùà a mio parere di evoluzione etica. Per concludere questo breve intervento, ritengo che l’avvocatura debba essere tra i controllori di questo nuovo fenomeno, con proprie commissioni di studio, con apporti scientifici, e rivendicando un ruolo autonomo e paritario nella gestione della detta „giustizia preedittiva“.

ARTICOLO A CURA DELL'AVV. FRANCESCO NOTARI

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